giovedì 10 gennaio 2019

La rete del mondo

C’era una volta il 50% della popolazione, quella connessa a internet.
E c’era una volta l’altra metà, quella rimasta fuori dal regno digitale.
Secondo gli esperti, a meno di importanti investimenti nelle infrastrutture, l’istruzione e la formazione nei prossimi anni, tale divario è destinato a crescere.
È indubbio che andrebbe fatto qualcosa a riguardo.
Tuttavia, in un brevissimo racconto come questo, lasciate che si palesi una provocatoria riflessione tramite una successione di domande.



Più di tre miliardi di persone hanno la possibilità di collegarsi a un dispositivo elettronico e attraverso quest’ultimo entrare in contatto con tutti coloro che in tempo reale abbiano fatto lo stesso.
Ma siamo sicuri che le rimanenti miliardi di vite siano più distanti tra loro?
Agli abitanti di metropoli super affollate e delle regioni del mondo più industrializzate è sufficiente un clic del mouse per interagire con un numero impressionante di immagini.
Tuttavia, siamo davvero convinti che i loro simili, oltre i confini di cotanta fortuna, vedano di meno tra ciò che valga la pena guardare?
È indiscutibile che la parte più privilegiata dell’umanità in quanto a mezzi e qualità di vita ha il dono di poter ridurre al secondo i gradi di separazione con il prossimo, ovunque esso si trovi.
Nondimeno, è questo il mezzo migliore per stringere amicizie che superino la falce del tempo e l’onere delle difficoltà quotidiane?
Ovvero, sono tutti soli e privi di affetti, gli abitanti condannati a vivere senza banda larga?
E, alla fine della fiera, a che ci serve essere rete, se non sappiamo e non vogliamo usarla per aiutare chi da lontano viene a chiederci aiuto?

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