giovedì 8 novembre 2018

Quando la memoria si difende

C’era una volta il primo eroe del popolo di Jugoslavia.
Di gente e nazioni ormai ex, sulla carta.
Che andrebbe scritta, nelle pagine seguenti, giammai rivista.
C’era una volta Rade Končar, il partigiano Rade, il giovane Končar.
L’uomo che dopo aver speso adolescenza e sogni in nome di un’ideale di libertà e diritti per tutti, divenne simbolo, capitolo di storia e, quindi, statua.
A eterno e solenne monito degli eredi di cotanto doveroso impegno contro i nostalgici dell’odio legalizzato.
Il quale non dovrebbe retrocedere neppure di un sol centimetro, men che meno abbassar capo e guardia.
C’era una volta, oggi, un vecchio di sessantacinque anni.
Un folle, forse, un segno, magari.
Un’ulteriore prova dell’urgenza di una resistenza a oltranza.
Un disgraziato che asseconda il proprio delirio e prende a calci la testimonianza nobile dell’oscuro passato.
Ebbene, la storia vuole che a Spalato sia la statua stessa a crollare sul marrano, spezzandogli una gamba.
Perché la memoria, quando vuole, sa difendersi.
Ma ha bisogno, più che mai di questi tempi, di ogni aiuto possibile.

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