giovedì 22 novembre 2018

Attentato a Piazza San Marco

C’era una volta un bambino di quattro anni.
E c’era anche suo padre con lui.
Quindi complice, diciamolo.
C’era una volta altresì un paese dal governo giallo verde.
Da un lato, giallo di imbarazzo per la vergognosa alleanza e, dall’altro, verde di rabbia a prescindere, a seconda dell’utile nemico del momento.
C’era una volta una nazione costruita sull’illegalità, sulla mancanza di rispetto per l’ambiente e per le sue naturali regole, per non parlare di quelle relative alla civile protezione dei cittadini.
Ma tanto, poi, è tutta colpa del maltempo.
Nondimeno, c’era una volta un bimbo, si diceva.
Una creatura di soli quattro anni di vita.
Un innocente fino a prova contraria, nelle vesti di un reato degno di severa ed esemplare punizione.
Osare calpestare il sacro suolo di Venezia, nell’illustre porzione di piazza San Marco, con una minuscola moto elettrica.
Un giocattolo, d’accordo, ma pur sempre un imperdonabile affronto.
Sessantasei euro e ottantotto centesimi, la meritata multa per il piccolo finito sulla via della perdizione.
C’era una volta una paradossale farsa chiamata Repubblica fondata sulle contraddizioni, più che sul lavoro.
Dove lo Stato si accanisce contro i più deboli, chiudendo occhi e coscienza innanzi a marrani e imbroglioni al sicuro dall’acqua alta...

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